Una bicicletta simile a questa del 1947-48-49,ci porterà a quel preannunciato inizio degli anni 1960.
Mio padre si chiamava Vito ed era figlio di un riemmigrato dagli Stati Uniti d America.
Avendo mio nonno Giuseppe una disponibilità economica permise ai suoi figli Francesco e Vito di intraprendere un commercio che poi era quello dei prodotti latticini e casearei
Mio padre viveva a cavallo dei dei suoi 20 anni e con questo tipo di bicicletta andava dalle masserie
che si trovano sia a Rutigliano,paese nascita e residenza e sia nel circondario di paesi comeTuri,Casamassima,Putignano,Noicattaro,Castellana a Grotte o Sammichele che distano dai 5 ai 15 chilometri da Rutigliano.
Si trattava di andare dai massari a prendere ricotta,formaggi,mozzarelle ed ogni altra sorta di prodotto caseareo.
Poi tutto questo veniva portato a potenziali clienti in un porta a porta ma la meta più redditizia era la città di Bari che da Rutigliano o da altri paesi di presa del prodotto dista circa 40 chilometri.
Facendo i conti si capisce bene che nelle giornate impegnative bisognava pedalare per più di 100 chilometri in un giorno.
Chiaro che queste pedalate avvenivano in giornate ad acta che erano frequenti.
Premettendo che la bicicletta in uso era di ferro e portava a carico portapacchi ed almeno una ventina di chili di merce.
Mio padre mi diceva sempre con i suoi racconti che a Coppi e Bartali li avrebbe battuti come e dove volevano.
Datosi che non c erano i telefoni bisognava dire al massaro quando si ritornava e cosa lasciarsi riservato e guai a non ritirare la merce o mancare l appuntamento,il massaro non avrebbe più preso credibile il piccolo commerciante.
C è da considerare che queste masserie a tutt oggi si trovano in percorsi con strade non asfaltate
figuriamoci a quei tempi.
Ritirata la merce pedalava sino ai clienti di paese sul tragitto per poi organizzare la vendita in città
ritenuta più renumerativa.
Si trattava di farsi una clientela fra casalinghe in ogni dove.
A quei tempi la bicicletta era come i furgoncini di oggi,possederla era da impresari.
Se non fosse che Francesco il fratello di mio padre era più grande ed era un invalido che non lasciava la sua casa se non per andare col bastone al centro del paese a guardare il monumento ai caduti.
Era un furbacchione a me poco simpatico.
Usava sempre questo trucco per indagare i fatti altrui,,Scusi ,non per sapere i fatti vostri ma per regolarmi quelli miei da che parte venite?,,
Oppure,,Scusi per regolare i fatti miei a che ora siete arrivato?;;
Tizio che non ha mai lavorato nella sua vita vincendo alla loteria Italia una pensione di invalidità che rappresentava bene come un grande attore.
In sintesi il fratello Vito spedalava e lui più grande e marpione teneva la contabilità.
Chiaro che della presenza di simile,,contabile,,l impresa di Vito non ne aveva alcuna bisogna
ma Vito era giovane e facile alle soggezioni del fratello più grande.
Quanti di noi si trovano in situazioni di non riuscire a dire,,no,,
Sino a che si arrivò alla diffusione dei motocicli e Vito prese la patente ed acquistò la sua prima motocicletta che era una Bianchi.
Mio padre si chiamava Vito ed era figlio di un riemmigrato dagli Stati Uniti d America.
Avendo mio nonno Giuseppe una disponibilità economica permise ai suoi figli Francesco e Vito di intraprendere un commercio che poi era quello dei prodotti latticini e casearei
Mio padre viveva a cavallo dei dei suoi 20 anni e con questo tipo di bicicletta andava dalle masserie
che si trovano sia a Rutigliano,paese nascita e residenza e sia nel circondario di paesi comeTuri,Casamassima,Putignano,Noicattaro,Castellana a Grotte o Sammichele che distano dai 5 ai 15 chilometri da Rutigliano.
Si trattava di andare dai massari a prendere ricotta,formaggi,mozzarelle ed ogni altra sorta di prodotto caseareo.
Poi tutto questo veniva portato a potenziali clienti in un porta a porta ma la meta più redditizia era la città di Bari che da Rutigliano o da altri paesi di presa del prodotto dista circa 40 chilometri.
Facendo i conti si capisce bene che nelle giornate impegnative bisognava pedalare per più di 100 chilometri in un giorno.
Chiaro che queste pedalate avvenivano in giornate ad acta che erano frequenti.
Premettendo che la bicicletta in uso era di ferro e portava a carico portapacchi ed almeno una ventina di chili di merce.
Mio padre mi diceva sempre con i suoi racconti che a Coppi e Bartali li avrebbe battuti come e dove volevano.
Datosi che non c erano i telefoni bisognava dire al massaro quando si ritornava e cosa lasciarsi riservato e guai a non ritirare la merce o mancare l appuntamento,il massaro non avrebbe più preso credibile il piccolo commerciante.
C è da considerare che queste masserie a tutt oggi si trovano in percorsi con strade non asfaltate
figuriamoci a quei tempi.
Ritirata la merce pedalava sino ai clienti di paese sul tragitto per poi organizzare la vendita in città
ritenuta più renumerativa.
Si trattava di farsi una clientela fra casalinghe in ogni dove.
A quei tempi la bicicletta era come i furgoncini di oggi,possederla era da impresari.
Se non fosse che Francesco il fratello di mio padre era più grande ed era un invalido che non lasciava la sua casa se non per andare col bastone al centro del paese a guardare il monumento ai caduti.
Era un furbacchione a me poco simpatico.
Usava sempre questo trucco per indagare i fatti altrui,,Scusi ,non per sapere i fatti vostri ma per regolarmi quelli miei da che parte venite?,,
Oppure,,Scusi per regolare i fatti miei a che ora siete arrivato?;;
Tizio che non ha mai lavorato nella sua vita vincendo alla loteria Italia una pensione di invalidità che rappresentava bene come un grande attore.
In sintesi il fratello Vito spedalava e lui più grande e marpione teneva la contabilità.
Chiaro che della presenza di simile,,contabile,,l impresa di Vito non ne aveva alcuna bisogna
ma Vito era giovane e facile alle soggezioni del fratello più grande.
Quanti di noi si trovano in situazioni di non riuscire a dire,,no,,
Sino a che si arrivò alla diffusione dei motocicli e Vito prese la patente ed acquistò la sua prima motocicletta che era una Bianchi.
Mi interessa.
RispondiEliminaCosa successe,in seguito, a papà Vito?
Il marpione di suo fratello la smise di impicciarsi dei fatti suoi ed altrui?