Infine, il termine “qualità personale” comprende tutte le informazioni valide per identificare una persona dal punto di vista “qualitativo”; rientrano in questo ambito i dati sulla propria professione e sulla residenza.
Mentire su questi dati, quindi, può essere molto pericoloso perché si rischia di doverne rispondere in un processo penale al quale può seguirne un periodo di reclusione.
Lo “stato”, invece, è la condizione che la persona ricopre all’interno della comunità sociale. Costituisce reato quindi mentire sulla cittadinanza o sullo stato coniugale.
Nel dettaglio, con il termine “identità” si intendono tutti quei dati che contribuiscono ad individuare anagraficamente una persona, come il nome, il cognome o la data di nascita.
Infine, con le modifiche del Pacchetto Sicurezza è stata introdotta la possibilità per gli organi giudiziali di disporre misure cautelari per le persone colpevoli di aver dichiarato il falso.
Il reato di falsa attestazione può essere commesso da qualsiasi persona che dà delle informazioni non reali. Nel dettaglio, per essere punibile penalmente una falsa dichiarazione deve:
- essere resa ad un pubblico ufficiale;
- avere come oggetto l’identità, lo stato o altre qualità della propria o dell’altrui persona.
Qui si legge che “agli effetti della legge penale, sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa”; quindi il pubblico ufficiale è qualsiasi persona che ricopre un ruolo formale all’interno di una pubblica amministrazione, come ad esempio i militari delle Forze Armate, gli impiegati pubblici e gli insegnanti.
Il reato di falsa attestazione è punibile con la reclusione che va da uno a sei anni; questo termine è stato aumentato con il “Pacchetto Sicurezza”, così come l’aspetto sanzionatorio previsto nel secondo comma dell’articolo 495.
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